Dopo quattro intensi giorni e sette match, Ryan Day si aggiudica lo Shoot Out, battendo in finale Mark Selby. Grazie ad un mezzo centone di qualità il gallese torna ad aggiudicarsi un torneo, tre anni dopo il Gibraltar Open 2018

Come al solito non scontato l’esito dello Shoot Out, che spesso riserva grosse sorprese visto il particolare format. Nonostante le controversie riguardanti lo status del torneo (considerato un full ranking) e l’assenza del pubblico, le emozioni di certo non sono mancate.

Ryan Day, dopo un lungo periodo negativo, sfrutta il format adatto alle sue caratteristiche e si aggiudica il terzo titolo in carriera. Batte Mark Selby e si rilancia in classifica, mostrando di poter ancora giocare quello snooker esplosivo ammirato negli anni passati. Si infrange la caccia al record del giocatore di Leicester, che dopo undici finali consecutive vinte, si arrende alla dodicesima, non riuscendo a superare il primato condiviso con Stephen Hendry.

Parecchi dei nomi di punta avevano disertato lo Shoot Out, tra di essi Trump, O’Sullivan, Robertson e Wilson. Tante le eliminazioni illustri, inaspettate ma fino a un certo punto. Fuori all’esordio Jack Lisowski (battuto da Peter Devlin) e Stuart Bingham (eliminato da Rory McLeod). Anche altri giocatori di prima fascia non hanno fatto molta altra strada. John Higgins si è arreso a un ispirato Thepchaiya Un-Nooh, mentre Shaun Murphy ha lasciato strada ad Allan Taylor. Il campione in carica Michael Holt è stato eliminato invece da Matthew Stevens. Da segnalare una serie da 142 di Mark Allen, la più alta mai siglata nel torneo.

Tra i giocatori giunti ai quarti di finale, spiccano i nomi di Mark Selby e Mark Williams. L’inglese, pur senza entusiasmare nel gioco di serie (neanche un mezzo centone siglato in tutto il torneo), batte alla sua maniera Robert Milkins, incapace di sfruttare un tavolo ad un certo punto favorevole. Williams invece, dopo aver eliminato Xiao Guodong imbucando la rossa decisiva allo scadere, mette a referto uno splendido ottantone per battere Martin O’Donnell.

In semifinale ci arriva a sorpresa Craig Steadman, ex-professionista mai capace di raggiungere neanche un ottavo di finale in un torneo full ranking prima di oggi. Dopo alcuni successi di prestigio, l’inglese ha battuto Louis Heathcote in un match molto lottato. Giunto un po’ in sordina ai quarti, Ryan Day si è invece imposto su un avversario valido come David Gilbert, mostrando già a partire dai turni precedenti uno snooker molto competitivo.

Nella semifinale tutta gallese, Mark Williams pareva avere maggiori chance dopo aver preso in mano il gioco all’inizio. Day però è stato prima coraggioso a sbloccare la situazione sulla nera bloccata a sponda e poi a prendersi i propri rischi, andando a chiudere sul 31-18. Steadman ha avuto alcune possibilità di poter condurre nella partita con Selby, ma il dilettante trentottenne ha commesso più di un errore in imbucata. Il giocatore di Leicester non ha mai perso il controllo e si è imposto con il punteggio di 43-15.

Nella finale Selby sembrava poter far valere il suo approccio più conservativo, cercando di punire gli errori in difesa dell’avversario. Dopo un avvio favorevole all’inglese, che aveva incamerato 24 punti di vantaggio, Day non si è lasciato pregare, e prendendo una non facile imbucata al centro, si è messo in serie. Il gallese ha siglato il terzo mezzo centone del suo torneo e si è aggiudicato il titolo vincendo 67-24.

Prezioso trionfo per il giocatore di Bridgend, che si rialza in classifica dopo un crollo che sembrava non arrestarsi. Day era stato sconfitto nell’ultimo torneo disputato 5-4 da Barry Hawkins, dopo essere stato in vantaggio 4-0 e poteva essere dura riprendersi da un simile colpo. Terzo titolo in carriera per il gallese, a tre anni di distanza dall’ultimo.

Sull'autore

Marco Staiano

Sogni, speranze e illusioni celati in ventidue bilie colorate.

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