Anche il World Masters di scena a Riyadh finisce nelle mani di un Ronnie O’Sullivan ingiocabile, capace di sconfiggere a distanza di poche ore prima Judd Trump in semifinale e poi Luca Brecel in finale. Il trofeo saudita va ad aggiungersi alla già sconfinata bacheca del campione di Wordsley, al quinto titolo in stagione nonostante i numerosi forfait. Per Ronnie anche la ciliegina sulla torta del centone numero 1250 in carriera nel frame della vittoria.
Che il World Masters sarebbe potuta essere un’altra cavalcata trionfale per Ronnie O’Sullivan lo si era intuito già alla vigilia dei primi incontri, quando il campione inglese si era mostrato piuttosto interessato al ricco montepremi del torneo saudita, specialmente per quel che riguardava il succulento prize money in caso di un 167. Come sempre, tra il dire ed il fare c’è di mezzo un tavolo verde lungo più di tre metri e la precisione impeccabile che richiedono le bilie dello snooker. The Rocket ha così dovuto fare ricorso a tutto il proprio armamentario di giocate di qualità per avere la meglio prima su un Judd Trump apparso quasi intimorito dallo scontro e poi nei confronti di un più sfrontato ma falloso Luca Brecel in finale.
Il mercoledì di Riyadh si è aperto con la prima delle due semifinali, sempre al meglio dei sette giochi. A sfidarsi in un incontro di qualità eccelsa dal punto di vista delle realizzazioni sono stati il campione del mondo in carica Luca Brecel ed uno dei giocatori più in forma del momento, il nordirlandese Mark Allen. La migliore partenza è stata appannaggio del belga, che con un paio di serie da settanta punti si è portato avanti 2-0.
Allen ha accorciato le distanze con il primo centone del match, un 121, al quale perà Brecel ha risposto con un ulteriore serie di qualità da 125, andando alla pausa sul 3-1. Al ritorno al tavolo, Allen ha messo a referto il terzo centone consecutivo, migliorando ancora il best score di giornata con un 133. L’epilogo non ha però tardato ad arrivare, a firma di Brecel, con una serie vincente da 82 nel sesto e decisivo gioco, fissando il risultato finale sul 4-2.
Nella seconda e più attesa semifinale si sono sfidati a viso aperto Ronnie O’Sullivan e Judd Trump. Dopo un inizio piuttosto nervoso da ambo le parti, risultato nella divisione equa dei primi due frames, è stato il più esperto dei due giocatori al tavolo a prendere in mano con risolutezza la situazione, mettendo alle corde il più giovane avversario. Complici alcune giocate un po’ approssimative di un Trump piuttosto teso, Ronnie ha iniziato ad inanellare pregevoli imbucate, coronate da uno splendido 123 nel terzo gioco. In rapidità il match si è quindi prima orientato e poi chiuso nel segno del sette volte campione del mondo, vittorioso così per 4-1.
Con un’ora di ritardo rispetto all’iniziale tabella di marcia ha quindi avuto luogo l’attesissima finale fra Luca Brecel e Ronnie O’Sullivan. Sotto l’occhio attento di Tatiana Woollaston si è assistito ad un match fulmineo, con entrambi i giocatori vicini ai quindici secondi al tiro per l’intera durata della contesa. Le ostilità si sono aperte con una serie da 95 di O’Sullivan alla quale Brecel ha replicato prima vincendo un secondo frame senza particolare linearità di gioco e poi portando a casa anche il successivo con un break vincente da 81.
Sotto 1-2, Ronnie ha cambiato marcia, non sbagliando più un’imbucata sino al 5-2 della vittoria finale. Hanno fatto seguito infatti break da 94, 121 e 124, inframmezzati da un sesto frame un po’ più frammentario, siglati da the Rocket, il quale ha raggiunto quota 1250 centoni in carriera proprio con la serie che gli ha regalato la conquista del quinto titolo stagionale, il terzo in un torneo ad inviti dopo il Masters e lo Shanghai Masters. Pur senza il cospicuo premio del 167, al quale solamente Higgins è andato in qualche modo vicino, O’Sullivan ha portato a casa un assegno da 250.000 sterline, oltre al settantanovesimo trofeo in carriera. A Brecel, protagonista di tre giorni giocati ad altissimo livello, la metà del denaro e la consapevolezza di essere pronto ad un nuovo assalto al Crucible.
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Picture credit: WST