John Kobylecky continua il suo viaggio a ritroso nella storia dello snooker. Nella semifinale del primo campionato del mondo nel 1927 Tom Dennis e Tom Carpenter diedero vita a un lungo e combattuto incontro. Se pur non spettacolare, i due si affrontarono in un duello all’ultimo sangue. Sempre interessante rendersi conto dell’evoluzione del gioco a distanza di quasi cento anni.
Semifinale del campionato del mondo di snooker 1927
Tom Dennis (Nottingham) 12 – Tom Carpenter (Cardiff) 10
Punteggio frame per frame:
56-32; 17-102 (33); 20-94 (28,20); 84-14 [2-2]
64-49; 42-54; 24-78; 24-82 [3-5]
43-29; 75-59; 84-31; 50-45 (20) [7-5]
68-32; 67-40; 24-68; 27-70 (20) [9-7]
46-59; 28-80; 72-40; 40-54 [10-10]
64 (22)-37; 53-26 Frame 23 non disputato.
Il risultato del secondo frame è inusualmente alto per l’epoca. Dennis era sotto 75-15 quando decise di concedere con ancora sei bilie in gioco (i colori della serie finale). Dopo aver faticosamente provato a recuperare punti cercando snooker, bisogna sottolineare che concedere non fosse una prassi comune per l’epoca, e quindi furono aggiunti 27 punti al punteggio di Carpenter. Nella prima giornata i frame durarono in media 45-55 minuti, quindi la concessione di Dennis nel secondo frame fu forse anche dovuta a ciò.
Anche se questa non fu l’unica del match. Dennis ripetè la concessione nel terzo frame con tutte le rosse imbucate sul 67-20 e Carpenter da gentiluomo replicò dopo che Dennis era passato in vantaggio 57-14 nel quarto. Il primo frame fu l’unico realmente combattuto nella prima sessione: 45-32 il punteggio dopo oltre cinquanta minuti di gioco difensivo fino al momento in cui Dennis imbucò blu e rosa.
Il gioco di difesa fu la costante della semifinale e ciò non fu affatto inaspettato, visto che la tipologia di snooker giocata nella prima edizione del campionato del mondo era (generalmente) di questo tipo e l’ultimo in grado di reggere l’urto e uscire vincitore dalla battaglia difensiva era quasi sempre il vincitore. Non ci furono concessioni nella sessione serale e i due si affrontarono a viso aperto fino alla conclusione. Entrambi avevano un tipo di gioco simile ed anche dal punto di vista tattico i due tendevano ad utilizzare gli stessi schemi.
Quattro frame dal punteggio molto basso posero fine al primo giorno. Cruciale il sesto frame, che diede a Carpenter l’occasione di chiudere in vantaggio sul 5-3. I due erano sul 42-41 quando il gallese riuscì a vincere un lunghissimo duello con solo rosa e nera sul tavolo. In ogni caso emersero sin dall’inizio la caparbietà e la testardaggine di Dennis, che non si arrese fino alla fine dell’interminabile scambio. Forse aveva ripensato al lusso di aver concesso con ancora tutti i colori sul tavolo nella precedente sessione…
Tom Dennis espresse il suo miglior gioco all’inizio della seconda giornata di gioco, quando riuscì ad aggiudicarsi ben sei frame consecutivi. Osservando ciò con freddo distacco, a lustri di distanza, un filotto di frame conquistati in tal maniera suggerirebbe una sorta di dinamismo nel biliardo espresso da Dennis. Nulla di più distante dalla realtà.
Dennis risalì dal 3-5 fino al 9-5 rischiando pochissimo in imbucata e giocando uno snooker estremamente difensivo, spesso cercando di nascondersi dietro i colori del baulk. Carpenter giocò in maniera soltanto marginalmente più aggressiva e così l’intera giornata assomigliò a una battaglia di logoramento eccezionalmente cupa, che sicuramente suscitò ricordi affini, seppur d’altro genere, al pubblico dopo soli otto anni dalla fine del primo confitto mondiale. La zona difensiva dietro la linea del baulk era terra di nessuno e quasi mai furono tentate imbucate dalla distanza, con possibilità di successo in questo campo vicine allo zero per tutta la durata del match.
Dennis stava giocando al massimo delle sue potenzialità – queste sono le parole adatte – nel decimo frame dopo aver anche ricevuto un elevato numero di punti a seguito di errori in uscita da uno snooker di Carpenter. Va inoltre ricordato garbatamente che entrambi i giocatori erano considerati dei perfetti gentiluomini che non avevano alcun problema a commettere un fallo da miss intenzionale pur di uscire da uno snooker. All’epoca non esisteva la ripetizione.
Dennis fu molto bravo nel riuscire sempre a mettere sotto scacco l’avversario dopo che questi concedeva quattro punti a fallo. Ciò influì anche nel frame successivo, visto che Carpenter, più per frustrazione che altro, provò più di un’imbucata dalla distanza a lui per nulla congeniale. Sul 31-66, ancora non lucidissimo mentalmente, concesse il frame con blu, rosa e nera ancora sul tavolo. Nell’ultimo frame della sessione, il break più alto (20) diede a Carpenter un buon vantaggio quando il punteggio era sul 45-28 con sole quattre bilie rimanenti al tavolo. In ogni caso Dennis riuscì ad avere la meglio. Dopo aver imbucato la marrone, l’inglese commise un errore sulla rosa, lasciando un’occasione a Carpenter. In retrospettiva, il grave errore su quest’ultima bilia costerà l’intero match al gallese.
Nella sessione serale le cose non andarono diversamente. Va seriamente messo in dubbio il fatto che Dennis riuscì ad imbucare più di quattro bilie consecutive e si dovette aspettare la fine della serata per poter assistere ad una serie da più di venti punti. Nel tredicesimo e nel quattordicesimo frame Carpenter sembrava poter aver dato una svolta al suo match, dopo essere giunto in vantaggio sulla serie finale. Però era ormai chiaro che Dennis, in ogni modo possibile, era in grado di recuperare con le sole bilie colorate al tavolo. Non fu certo un match tra lepre e tartaruga, ma tra due tartarughe…
Dennis avrebbe dovuto aggiudicarsi anche gli ultimi due frame della serata. Un Carpenter visibilmente stanco concesse diverse chance, mai realmente sfruttate da Dennis, che perse sempre posizione dopo una singola imbucata. Dennis non riuscì a capitalizzare un enorme mole di occasioni. La fatica cominciava inevitabilmente a farsi sentire, per entrambi…
Dopo tre lunghi giorni il match tra i due Tom si avvicinò alla conclusione. I due si erano fronteggiati in un durissimo faccia a faccia in cui era evidente che nessuno dei due avesse quello sprint necessario per superare la linea del traguardo.
Ovviamente, come è stato e come sempre sarà, la bilia conclusiva è la più difficile di tutte. Bene, in questo match fu ancora peggio. Nei circoli sportivi britannici la semifinale aveva avuto una certa risonanza, anche se oscurata dal cricket, visto che si svolse negli stessi giorni il match tra Yorkshire e Lancashire.
L’essenza dell’incontro tra Dennis e Carpenter stava tutta nel resistere più dell’avversario. Carpenter vinse il primo frame del terzo giorno in maniera contrastante. Il tutto si concluse, come spesso già accaduto, sulla serie finale. Carpenter concesse il diciottesimo frame in maniera sorprendente, quando al tavolo c’erano ancora quattro bilie e il punteggio era sul 58-28. Il livello di accortezza nel gioco difensivo nel diciannovesimo frame fu eccessivo anche per Dennis e Carpenter, sul 36-36 fu ancora l’inglese ha chiudere i conti sui colori. Nell’ultimo frame della sessione Dennis fu molto vicino a fare lo stesso. Aveva soltanto bisogno di imbucare le ultime quattro bilie. Ma dopo aver imbucato marrone e blu, un clamoroso in-off sulla rosa rimise in gioco Carpente. Il punteggio era adesso sul 10-10.
Nella prima frazione della sessione decisiva, dopo quaranta lunghi minuti, Carpenter aveva le bilie posizionate in maniera ideale per passare a condurre. Il gallese era pronto a imbucare la marrone sul 37-42, salvo commettere una steccaccia. Dennis ebbe dunque il lusso di non dover imbucare la nera ma la imbucò lo stesso per realizzare la miglior serie del suo match. Questa è l’unica occasione in tutto il match in cui posso categoricamente affermare che Dennis imbucò quattro bilie consecutive.
Nel ventiduesimo frame ci vollero sedici minuti prima che Tom Carpenter riuscisse ad imbucare la prima rossa. Dopo altri quindici minuti il punteggio era sul 16-16. Entrambi erano spaventati di ciò che sarebbe potuto accadere, nonostante fosse difficile rendersi conto quale fosse il motivo della paura dopo tre lunghi giorni di sfida. Dennis riuscì alla fine a spuntarla, anche grazie alla costante pressione sotto cui mise Carpenter, che fu costretto spesso ad uscire dal regime di snooker, lasciando all’inglese il successo grazie a diverse imbucate singole.
Articolo della World Snooker sul campionato del mondo nell’epoca pre-Crucible (in inglese)