Dopo aver preso in considerazione i primi tornei disputati all’inizio del XX secolo, ci spostiamo più avanti, nel 1926. Questa è l’anno in cui si disputò il primo match del campionato del mondo di snooker. John Kobylecky ci porta alla scoperta di questo importante evento, vera spartiacque della storia del gioco.

La prima bilia colpita al Campionato del Mondo di snooker ha un data precisa: lunedì 29 novembre 1926. La storia purtroppo non ci ha tramandato chi fu a effettuare il tiro d’apertura, ma di sicuro sappiamo con certezza chi furono i giocatori coinvolti: Tom Newman e Melbourne Inman. Il quarantottenne Inman era senza dubbi il più conosciuto tra i due, soprattutto tra il pubblico . Inman era forse il giocatore più famoso a prendere parte all’intero evento essendo un rinomato giocatore di English Billiards, formatosi e affermatosi nell’epoca Vittoriana.

Melbourne Inman

Il trentaduenne Tom Newman probabilmente era in grado di ricordare il nome della vecchia regina, ma il suo tempo era il Presente e avrebbe potuto affermare senza dubbi di essere il secondo miglior giocatore dell’intero paese. Il match tra i due fu disputato nel centro di Londra, a Leicester Square, più precisamente alla Thurston Hall. Questo luogo carico di fascino era considerato da molti, soprattutto in Gran Bretagna, come il vero epicentro del gioco in tutto il mondo.

Considerando la situazione in maniera critica, ciò era ben distante dalla realtà. Innanzitutto bisogna ricordarsi che lo snooker era visto in pratica un evento accessorio a quello che era il gioco dominante dell’epoca: l’English Billiards. I match, seguendo la formula usuale dell’epoca, si disputavano sulla distanza delle due settimane. Si giocava un frame di snooker alla fine di ciascuna sessione dello scientifico gioco delle tre bilie. Un totale di ventiquattro sessioni erano previste durante il torneo. Prendendo in considerazione le fonti di informazione dell’epoca, lo snooker non è quasi mai menzionato. In ogni caso sui giornali la maggior parte dello spazio era occupata dalle vicissitudini di Willie Smith e dalla grandezza delle buche.

Willie Smith, famoso per il suo temperamento a dir poco irascibile, era conosciuto per la sua non nascosta antipatia per la federazione dell’epoca. Gli organizzatori dell’evento concessero proprio alla Billiards Association & Control Council totale indipendenza e Smith decise quindi di non prendere parte alla manifestazione. Effettivamente egli non partecipò a nessuna successiva edizione per ben sette anni e debuttò nel torneo soltanto nel 1933, quando aveva già 47 anni. Senza considerare queste problematiche, Smith era considerato da molti il miglior giocatore della sua epoca. Molti esperti sono andati anche oltre, ritenendolo addirittura il miglior giocatore di English Billiards di sempre.

Willie Smith

Per quanto riguarda ciò, ed è ovvio rifletterci sopra, bisogna tenere in considerazione anche giocatori al di fuori del Regno Unito. Nomi da non sottovalutare sono l’australiano Frank Smith, indiscusso campione di snooker e Walter Lindrum, all’epoca non ancora giunto oltremanica, un giocatore di English Billiards dal talento smisurato. In ogni caso Willie Smith era sempre capace di attirare l’attenzione del pubblico, soprattutto quando lo si vedeva all’opera al tavolo.

Oltre a ciò, come detto in precedenza, l’altra notizia ad attirare l’attenzione dei giornali fu la grandezza delle buche nel match tra Newman e Inman. In esso, in maniera sperimentale, le classiche buche da 8,9 cm furono sostituite con altre molto più strette da 8,2 cm. Tale decisione non fece altro che complicare la situazione e come ci si poteva aspettare fu soltanto una soluzione temporanea. Fu in pratica come modificare la grandezza di una porta di calcio prima del fischio d’inizio di una partita.

Quindi perché fu presa una decisione così inconsueta e allo stesso tempo poco necessaria?

La risposta può essere trovata proprio nel modo in cui si disputavano i match di English Billiards. Era diventata ormai prassi nel gioco concedere punti di vantaggio all’avversario sulla carta ritenuto svantaggiato. Tale concessione era accettata a tal punto da essere parte integrante del gioco. Gli handicap non erano sconosciuti anche ad altri sport, come ad esempio le corse dei cavalli – dove le scommesse sono parte integrante della disciplina. Si era giunti al punto in cui l’abilità del giocatore migliore al tavolo nel mettere a referto punti era così fluida e rifinita al punto tale che spesso i migliori rimanevano al tavolo per tempi talmente lunghi da divenire estenuanti e ormai neanche l’introduzione degli handicap aveva risultati concreti.

Nella lontana Australia, lontano dai confini del Regno Unito, in attesa di splendere c’era la stella di Horace Lindrum. L’esempio di un giocatore che non aveva alcun bisogno di un avversario in sala. Con Horace Lindrum e soltanto dopo di lui, lo snooker è diventato più apprezzato e “tollerato” dai vecchi intenditori. In molti tra il pubblico iniziarono ad appassionarsi e anche i più scettici dovettero far fronte alla realtà e distinguere e capire che il gioco dell’English Billiards sembrava adesso essere giunto ad un punto di non ritorno.

Sull'autore

Marco Staiano

Sogni, speranze e illusioni celati in ventidue bilie colorate.

1 Commento

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