Neil Robertson conquista la finale della seconda edizione del Saudi Masters, primo torneo full-ranking della storia dello Snooker in Arabia Saudita. L’australiano batte per 10-9 Ronnie O’Sullivan, al decider, e si aggiudica un primo premio di £500.000, raddoppiando la sua precedente maggior vincita di £250.000 del Campionato del mondo 2010.” Nel giro di una stagione, Robertson si ritrova dal 28° al 3° posto nel ranking, totalmente rientrato nel giro vincente dopo due stagioni disastrose. “Spero di ispirare le nuove generazioni con questo trionfo, perché nella vita si possono avere momenti positivi e negativi. Non è importante quanto in basso si cade, ma quanto in alto ci si rialza”. O’Sullivan, dal canto suo, ha disputato la sua prima finale in tornei professionistici in oltre un anno e mezzo, in un torneo in cui ricorderemo a lungo la sua prestazione in semifinale, in cui ha realizzato due serie perfette da 147.

Con la conclusione della seconda edizione del Saudi Arabia Snooker Masters, il tour professionistico di Snooker saluta l’Arabia Saudita al termine del quarto torneo disputato nel Paese del medio-oriente in circa un anno e mezzo. Il movimento è in crescita, ma ci vorrà tempo prima di raggiungere certi standard. Intanto, anche la finale di questa seconda edizione del ricco torneo saudita si inserisce nell’elenco delle più interessanti, quantomeno degli ultimi anni. In questa stagione, il Saudi Masters si è spostato al Prince Abdullah Al-Faisal Sports City di Gedda. Abbiamo assistito anche questa stagione ad un finale al frame decisivo, anche se non caratterizzato da una nera decisiva, che ha imposto una distanza di £300.000 fra il vincitore Judd Trump e il finalista sconfitto Mark Williams.

Il secondo vincitore della storia del Saudi Masters è Neil Robertson, il quale ha superato per 10-9 Ronnie O’Sullivan. L’australiano conquista così il suo 26° titolo full-ranking della carriera, eguagliando al sesto posto all-time Mark Williams. Si tratta quindi del secondo giocatore a completare la serie dei quattro major, dopo Trump. Infatti, il Saudi Masters è considerato parte del “grande Slam” dello snooker, assieme ai ben più storici Campionato del mondo, UK Championship e Masters di Londra.

La carriera di Robertson – considerato il migliore giocatore di tutti i tempi non britannico – sembrava ormai aver lasciato alle spalle i momenti migliori. Il quarantatreenne di Melbourne aveva mancato la qualificazione al Mondiale 2024, precipitando poco dopo al 28° posto del ranking. Robertson occupava, quindi, questa posizione un anno fa di questo periodo e non avrebbe mai potuto immaginarsi una tale scalata. Dopo essere rimasto a secco di titoli nel 2022/23 e 2023/24, “The Thunder from Down Under” ha conquistato due finali nella scorsa annata, portando a casa English Open e World Grand Prix.

Esordiva in questa stagione come numero 8 del ranking e grazie a questo successo raggiunge la terza casella. Diventa, dunque, il terzo giocatore a sfondare il muro del milione di sterline guadagnate nella classifica basata su due stagioni, a seguito di Trump e Kyren Wilson. Robertson ha, infatti, incassato il ricco primo premio da £500.000, che pareggia quello offerto dal Campionato del mondo. L’australiano vinse il titolo nel 2010, quando possedeva un valore di £250.000. Robertson raddoppia quindi la sua miglior vincita in un singolo torneo in carriera e può già ritenersi qualificato per tutti i tre tornei della Players Series sul finire della stagione. L’australiano ha dichiarato ai microfoni del WST: “Spero di ispirare le nuove generazioni con questo trionfo, perché nella vita si possono avere momenti positivi e negativi. Non è importante quanto in basso si cade, ma quanto in alto ci si rialza“.

Non è riuscito a concretizzare il terzo grande recupero Ronnie O’Sullivan, il quale avrà comunque dei ricordi indelebili da questa esperienza a Gedda. Il sette volte campione del mondo ha realizzato due serie perfette da 147 nella sfida vinta in semifinale contro Chris Wakelin, per 6-3. L’inglese ha quindi guadagnato il bonus da £147.000, oltre a £200.000 previste per il finalista sconfitto. L’ex numero 1 del ranking ha disputato la sua 65esima finale in tornei full-ranking in carriera, la prima dal Tour Championship della stagione 2023/24. In quell’occasione, Williams lo batté per 10-5, interrompendo una striscia di 8 finali vinte consecutivamente fra tornei validi e non validi per la classifica mondiale. O’Sullivan ha conquistato il suo ultimo trionfo nel tour professionistico proprio in Arabia Saudita, trionfando a Riyadh nella prima edizione del World Masters of Snooker nel marzo 2024.

“The Rocket” ha concluso la scorsa stagione senza vincere titoli per la prima volta in carriera, scegliendo però di non partecipare a diversi eventi. In questa stagione, O’Sullivan sembra più propositivo a giocare e potrebbe presto tornare a vincere titoli. Nel frattempo, il quarantanovenne di Chigwell ha guadagnato una posizione nella classifica mondiale, scavalcando Williams al quarto posto. Anche nel suo caso, la qualificazione ai tornei della Players Series è messa in cassaforte.

In poco più di 20 anni di sfide sul panno verde (30 totali, almeno best of 7), solo in sei occasione i due hanno incrociato la stecca precedentemente a quarti, semifinale e finale. O’Sullivan aveva portato a casa l’ultima sfida, valida per le semifinali dell’Hong Kong Masters 2022. Robertson si era, invece, imposto in quella del Tour Championship 2022, sempre per 10-9 come in questo caso. Considerando solo le finali, Robertson ha agganciato O’Sullivan con quattro trionfi a testa. La più recente sfida all’atto conclusivo di un torneo risaliva al World Grand Prix 2021 (O’Sullivan vinse 10-8). Robertson si era imposto per l’ultima volta in finale a Tour Championship 2021 (10-4).

Nel corso della lunga lista di finali disputate fra i due, ricordiamo anche i due successi consecutivi di O’Sullivan al Players Championship e al Tour Championship nel 2019. Nella prima delle due sfide, l’inglese realizzò il suo 1000° centone in carriera, mentre nella seconda s’impose per 13-11, in un incontro best of 25, il più lungo degli ultimi 30 anni non considerando gli incontri del Campionato del mondo.

La finale del Saudi Masters è iniziata con 25 punti messi a referto da Robertson. L’australiano guadagna poi quattro lunghezze da un fallo in uscita difensiva di O’Sullivan, il quale si lascia poi fra le biglie, comodamente piazzato per l’avversario. Senza troppe esitazioni, Robertson compone una serie da 76 e conquista il primo vantaggio.

O’Sullivan risponde con un break da 92, pareggiando subito in conti. Tuttavia, il vincitore di 41 titoli full-ranking sbaglia una difficile blu in angolo in alto a sinistra, ad inizio terzo frame. Nella stessa risposta al tavolo, Robertson realizza un centone da 108, tornando nuovamente avanti (2-1).

O’Sullivan manca l’imbucata di una rossa dalla distanza con rosse già ben aperte. Robertson entra al tavolo con un’imbucata al centro e compone una serie da 81, composta cinque nere e cinque blu.

Al rientro dalla pausa di metà sessione, O’Sullivan riesce ad accorciare le distanze, approfittando di un errore in imbucata dell’avversario ad inizio quinto frame. L’inglese entra al tavolo e mette a segno un break da 67.

Nei successivi frame, Robertson risulterà molto cinico, migliorando nettamente il gioco dalla distanza. Pur senza commettere troppi errori vistosi, O’Sullivan esce, invece, progressivamente dall’incontro, probabilmente provato dalla prestazione stellare della giornata precedente. Robertson ottiene dunque tre parziali consecutivi, aggiudicandosi una leadership di 6-2 al termine della prima sessione.

Nel sesto frame, l’australiano mette fuori posizione la verde sul 41-1, avviando poi una fase tattica. Rientrerà poi al tavolo imbucando una rossa dalla distanza e nella stessa entrata al tavolo compone una mini serie da 34, per staccare nuovamente a +2 O’Sullivan.

Risolve poi con due serie da 40 il settimo parziale, poi approfitta di un errore sulla blu in finezza al centro di O’Sullivan ad inizio ottavo frame. In svantaggio appena 0-24, Robertson mette a segno un break da 61, che si rivela decisivo con l’imbucata della quindicesima rossa di traversino.

La serata sembra avviarsi completamente in discesa per l’ex numero 1 del mondo. Robertson conquista, infatti, il nono frame grazie ad una serie da 97. L’australiano era entrato al tavolo a seguito di un errore di O’Sullivan, il quale aveva forzato una difficile rossa in angolo basso a destra, con brandeggio su rosa dallo spot.

In svantaggio 2-7, O’Sullivan sfrutta un’imprecisione difensiva di Robertson, che rimane impigliato fra le rosse nella parte bassa del tavolo. In grande scioltezza nonostante la situazione di punteggio, O’Sullivan realizza il suo centone numero 1300 in carriera e 11 del torneo (serie da 139), in circa 7 minuti di gioco.

Impiegando circa 5 minuti, invece, porta a casa il successivo frame, in cui compone una serie vincente da 97. Ne fa seguito una da 89 e una da 57, al rientro dalla pausa di metà sessione.

Dopo aver messo a referto solo due punti negli ultimi quattro frane, Robertson prova a reagire nel quattordicesimo parziale. Il giocatore residente a Cambridge manca però na rossa a quota 33. O’Sullivan imbuca la biglia, lasciata nei pressi della buca d’angolo in basso a destra, prima di insaccare una splendida nera in semi-rovesciata. Chiuderà poi con un break da 80 che gli consente di pareggiare i conti a quota 7, dopo aver vinto il quinto frame consecutivo.

Robertson riuscirà poi a ritornare a galla solo nel successivo parziale, vinto grazie a duna serie da 75.

Si sviluppa quindi un frame da 40 minuti di gara, con i giochi che si decidono sull’ultima marrone. In precedenza, vi era stato una lunga battaglia tattica sulle ultime tre rosse, per via della loro vicinanza alle sponde. L’ultima di queste viene imbucata grazie ad un fluke di Robertson, il quale esce da una difesa e insacca la biglia in buca di centro a destra. Tuttavia, deciderà poco dopo di non forzare il gioco, difendendo sulla blu. Robertson imbucherà in un secondo momento gialla e verde, prima di concentrarsi sulla marrone. La battaglia tattica su questo colore verrà vinta da O’Sullivan, grazie ad una grande imbucata in angolo basso a sinisitra.

O’Sullivan riuscirà poi a conquistare il suo unico vantaggio della finale, componendo una serie da 64, prima di evitare i tentativi difensivi sul finale di Robertson.

Ad inizio sedicesimo frame, O’Sullivan prova ad involarsi al tavolo, ma subito a quota 16 non riesce ad aprire correttamente le rosse. Si crea quindi una fase tattica, nella quale i due giocatori rientrano a sponda corta con la battente, spedendo di volta in volta le rosse nella parte alta del tavolo, appoggiandosi a loro. Robertson coglie al volo la prima opportunità imbucando una rossa al centro con grande pressione. In caso di errore, avrebbe lasciato il tavolo completamente aperto all’avversario. Invece, è l’australiano a farsi largo fra le biglie. Nella stessa entrata al tavolo realizza un centone da 101 sulla nera finale, il numero 994 della sua carriera ed ottavo del torneo

Anche in questa stagione la finale del Saudi Masters si chiude al decider, con O’Sullivan che mette a referto i primi punti. Dopo essersi portato in vantaggio 39-4, cerca di aprire il gioco e rientrare con la bianca nella parte alta del tavolo. Tuttavia, la battente colpisce il ganascino della buca di centro a sinistra, che lo rispedisce nella parte bassa del tavolo. Robertson si ritrova piazzato fra le biglie e compone nuovamente una serie di grande pressione. L’imbucata chiave si rivela quella dell’ultima rossa, sulla quale l’australiano non riesce a piazzarsi ottimamente. Decide di imbucarla a tutto biliardo nella buca d’angolo in alto a destra, effettuando un tiro diritto nel cuore della buca, che avrebbe potuto rivelarsi fatale nel caso in cui la biglia fosse stata respinta dai ganascini. Senza ulteriori problemi, Robertson ripulisce il tavolo e conclude con una serie da 87.

Durante l’intervista post-gara afferma di essere di fronte al successo più grande della sua carriera. Visibilmente emozionato, Robertson ricorda il suo difficile passato in Australia, Paese dal quale “non c’era nessuna speranza di arrivare un giorno a disputare incontri del genere con Ronnie O’Sullivan”.

Il classe 1982 sta lavorando ultimamente con la psicologa sportiva Helen Davis e ovviamente con l’amico fraterno di una vita Joe Perry. Quest’ultimo fu il suo mentore nell’arrivo nel Regno Unito più di 20 anni fa, aiutando a superare i primi ostacoli della vita in un altro continente. Dopo essersi ritirato dal tour principale, Perry è pronto a seguire a tempo pieno Robertson come coach e non possiamo che aspettarci sempre più risultati positivi da questa collaborazione.

Picture credits: WST

Sull'autore

Christian Capozzolo

Giovane ragazzo appassionato di Sport, che lavora al suo sogno di diventare Giornalista.

1 Commento

    Il bonus preso da O’Sullivan non è di 147 milae sterline, ma bensì include due terzi del primo premio per chi facesse un maximum (147). Un terzo va al giocatore tailandese che ne fece uno all’inizio del torneo. Credo sia in totale una somma che si aggira sulle 183 mila sterline. Peccato per
    O’Sullivan che si trovava davanti per la prima volta al 9-8, poi troppi errori gli sono costati il titolo, soprattutto nell’ultimo frame. Il commentatore Ken Doherty ha esclamato con un “What was that” al primo errore che doveva essere un semplice safety shot. Comunque un giocatore ringiovanito che dà e speriamo darà sicuramente del filo da torcere a tanti giovani emergenti. Dimostra di essere ancora il GOAT. Bravo Robinson che si trova a scalare il ranking di tante posizioni grazie al premio di 500 mila sterline di questo torneo.

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