Dopo i titoli del 1997 e del 2021, l’immortale Mark Williams batte Mark Selby 10-7 e completa la propria personale tripletta al British Open, vincendo così il venticinquesimo trofeo in carriera a livello ranking. Willo diventa anche il secondo giocatore più anziano di sempre a imporsi in un evento di questa caratura, alle spalle del connazionale Ray Reardon, vincente a cinquant’anni compiuti. È il titolo numero 95 per i tre membri della class of ’92.

La finale tanto attesa è infine arrivata. Il desiderio di vedere Mark Williams affrontare Mark Selby nell’atto conclusivo del British Open era cresciuto di turno in turno, in particolare da quando ai quarti di finale i nomi dei due campioni erano diventati quelli maggiormente in risalto fra i restanti in tabellone. E così, con Williams vincente 6-3 contro Vafaei e Selby capace addirittura di annientare Xiao 6-0, si è creato il presupposto per il capitolo numero 40 di una sfida che affonda le radici addirittura nel 1999. Al tempo, il campione gallese si impose sul giovanotto di Leicester per 9-0, ma si trattava di altri tempi.

Eppure, l’inizio della finale di ieri ha ricordato quel match, se non per il gioco almeno per l’andamento del punteggio. L’inizio di match di Williams è stato a dir poco scoppiettante, con il gallese che ha messo ancora più in evidenza il gioco riflessivo e poco propenso all’attacco di Mark Selby. Il risultato è stato un triplo vantaggio per Williams, all’interno del quale il nativo di Cwm ha anche piazzato una pregevole serie da 110, la prima di un certo livello nel match.

Il merito di Selby è stato quantomeno quello di non naufragare, travolto dall’impeto del proprio avversario. Per il quarantenne di Leicester è stata infatti fondamentale la conquista del quarto frame, l’ultimo prima della breve pausa, che è arrivata grazie ad una gentile concessione di un fino a questo punto impeccabile Williams. Al ritorno al tavolo, la musica è rimasta pressoché la stessa, con il più esperto gallese a dettare i ritmi dell’incontro, portandosi avanti 5-1 con quella che sarebbe stata la migliore serie dell’incontro, ovvero un 133.

Ormai spalle al muro, Selby ha iniziato ad adottare un atteggiamento più propositivo, tattica che ha dato i suoi frutti nel limitare Williams e nel portarlo a commettere i primi veri e propri errori. Con la vittoria dei successivi due frames, conditi dai primi break di qualità, Selby ha chiuso così la prima sessione di gioco indietro 3-5 ma ancora ampiamente in corsa per il titolo, nonostante lo svantaggio.

La sessione serale ha fatto inizialmente pensare ad un match assai tirato, combattuto colpo a colpo e che si sarebbe risolto soltanto al photofinish. Mark Selby ha aperto le danze con il suo primo centone della partita, un 112 condotto con buon piglio e precisione. Mark Williams ha replicato prontamente riportandosi avanti di due frames. Il copione è stato poi ripetuto ulteriormente, portando il match alla pausa di metà sessione sul 7-5 ma con un Selby apparentemente più in partita rispetto al mattino.

Terminata la pausa, Williams si è rapidamente portato sull’8-5, ritrovando un triplo vantaggio che mancava dall’inizio del match. Il disperato tentativo di rimonta di Selby si è inizialmente concretizzato nei successivi due giochi, vinti dall’inglese piuttosto agevolmente. Tornato in scia a Williams sul 7-8, Selby è parso esser riuscito ad invertire l’inerzia della finale, avviandosi sul 56-0 a completare l’aggancio nel punteggio sul suo avversario. Invece, uno steal di importanza capitale nel sedicesimo frame ha permesso a Williams di tornare a respirare e di issarsi ad un solo gioco dal titolo, sul 9-7.

L’ultima beffa per Selby è arrivata pochi minuti più tardi, quando the Jester passava avanti sul differenziale ormai quasi certo della conquista del frame numero diciassette. A non essere d’accordo era invece Mark Williams, che trovando lo snooker necessario e ripulendo il tavolo con classe andava a conquistare gioco, incontro e titolo con pieno merito, a riprova di un talento innato che nonostante l’età è sempre ancora vivo nel gioco del gallese.

Per Mark Williams si tratta così del titolo numero venticinque in carriera a livello ranking, nonché del terzo al British Open, dopo le vittorie nel 1997 e, più di recente, nel 2021. A quarantotto anni, il tassello gallese della class of ’92 diventa il secondo più anziano vincitore di un titolo valido per le classifiche, dietro al connazionale Ray Reardon, vincente a cinquant’anni compiuti. Non sappiamo se Willo vorrà continuare a giocare sino a quell’età ma in cuor nostro ce lo auguriamo vivamente.

Link al sito ufficiale della WST con risultati e classifiche aggiornate dopo il British Open

Sull'autore

Fabio Valente

Ventisette anni, di cui almeno metà trascorsi scrivendo storie sportive. L'ultimo amore, forse il più vero, è quello per lo snooker.

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