Inauguriamo un nuovo format per andare alla scoperta dei protagonisti del Tour. Cinque domande per conoscere meglio e scoprire qualche chicca sui giocatori professionisti. Primo ospite David Grace, numero 65 del ranking ed ex-semifinalista allo UK Championship. Il trentanovenne di Leeds ci parla del suo rapporto con l’arte, tradizione e innovazione nello snooker e quella volta in Bulgaria quando un cacciatori di autografi gli fece fare due risate…

  1. David, vorremo iniziare con una domanda che pensiamo sia particolarmente adatta a te. Qual è il tuo rapporto con l’arte? John McEnroe una volta ha affermato che una partita di tennis è come un dipinto: ogni colpo equivale a una pennellata. Pensi che questo concetto si possa applicare anche allo snooker, o hai una visione meno “artistica” del gioco?

Il mio rapporto con l’arte è piuttosto meccanico. Non sono abbastanza talentuoso per prendere semplicemente i pennelli e iniziare a dipingere. Devo creare prima un bozzetto, poi di solito schizzo accuratamente pezzo per pezzo fino a quando non mi sento pronto per iniziare a dipingere. Quindi per me è diverso, ma riesco sicuramente a intravedere alcune somiglianze tra snooker e arte. Per entrambi è necessaria molta pazienza. La dedizione è fondamentale ed è necessaria per poter ottenere risultati. È molto soddisfacente quando un dipinto prende forma, ed è altrettanto frustrante quando non riesci a farlo venire bene! Forse giocatori più bravi e talentuoso di me riescono a vedere il gioco in maniera artistica, ma personalmente sono già quando riesco a piazzarmi perfettamente dalla rossa a una colorata!

Alcuni dei ritratti effettuati da David negli anni: da sinistra, Paul Hunter, Stephen Hendry, Steve Davis, Ronnie O’Sullivan

2. Siamo consapevoli che domande su vittorie, sconfitte e titoli potrebbero non essere sempre le più interessanti, sia per il lettore che per l’intervistato. Spesso i giocatori di snooker trovano più significato in partite che sfuggono all’occhio dell’appassionato medio, come una vittoria speciale in un match di primo turno. C’è un momento nella tua carriera in cui ti sei sentito particolarmente orgoglioso di una vittoria, anche se non è stata una di quelle da prima pagina?

Non se saprei dire uno con precisione, ma senza dubbi alcuni dei match più importanti in carriera sono spesso quelli per qualificarsi o restare sul Tour. Un esempio classico è l’ultimo turno di qualificazione nel Campionato del Mondo quando il tuo posto tra i professionisti è a rischio. A tutti gli effetti ti giochi un intero anno della tua carriera. Ecco perché tanti descrivono la Q-School come brutale, perché la tua intera carriera è in gioco in match singoli, e se non ce la fai, ti aspettano almeno dodici mesi prima di poter tornare a giocare sul Tour.

  1. Com’è una giornata tipica per David Grace, giocatore professionista di snooker? Pensi che avere una routine sia importante, oppure nuove sfide e incentivi sono determinanti per mantenere alta la motivazione? Lo snooker può essere duro, lo sappiamo, quindi ci piacerebbe sapere se riesci ad apprezzare questo tipo di vita.

Una mia giornata tipo inizia al club alle 7:30 del mattino. Tutti i giorni mi occupo della pulizia dei tavoli fino alle 10. Poi ho il resto della giornata per allenarmi. Quando mi preparo per i tornei gioco con altri giocatori il più possibile e cerco di organizzarmi sempre in anticipo. Ci sono tanti buoni giocatori al Northern Snooker Centre, il mio club, quindi c’è sempre qualcuno con cui posso tenermi in allenamento. A volte puoi sentire il bisogno di avere una giornata di allenamento da solo, anche solo per assestare la tua steccata e sentirti in forma. Mi piace pulire i tavoli perché mi dà una routine fissa ogni mattina e facendolo sono sempre sicuro che alle 10 in punto sono già al club pronto per iniziare. Avere un’entrata regolare poi è anche molto utile durante i momenti della stagione in cui non si gioca sul Tour.

  1. Lo snooker ha una storia piuttosto lunga e una tradizione consolidata. Considerando la tua esperienza sul Tour e il tuo lavoro al Northern Snooker Centre, pensi sia ora di fare dei cambiamenti per rendere il gioco più eccitante o attraente? Come vedi lo snooker evolversi nel prossimo futuro?

Sono un grande fan della tradizione, quindi probabilmente sono la persona sbagliata per rispondere a questa domanda. Riesco a rendermi conto di quali possano essere gli aspetti dello snooker non attraenti per un pubblico casuale, ma non penso ci sia modo di fare cambiamenti senza rovinare l’essenza del gioco. La tensione crescente in un incontro lungo è ciò che rende il finale di match così emozionante, basti pensare a una partita al Crucible che arriva sul 12-12.

Sì, lo Shoot Out concentra il tutto in un solo frame, ma in un incontro lungo è proprio l’accumulo di quella tensione, diluito in tre sessioni, che va poi a scaricarsi tutto in un solo frame, o magari anche in una sola bilia, ad essere così affascinante per le persone. Credo che la soglia di attenzione umana stia cambiando a causa della tecnologia, quindi forse in futuro la gente non avrà più il tempo o l’interesse per guardare match lunghi. Ma spero vivamente di sbagliarmi.

  1. E per concludere, siamo sicuri che tu abbia vissuto molte avventure giocando a snooker in giro per il mondo, sia al tavolo che fuori. Se ti va, racconta ai lettori di Snooker Italia una storia divertente che ti è capitata durante un torneo.

Non è una storia così folle, ma una di quelle divertenti che mi piace raccontare è di quando eravamo in Bulgaria per un PTC qualche anno fa. Era forse prima ancora che esordissi in un match televisivo quindi non ero molto conosciuto. Avevo notato che c’era un ragazzo a caccia di autografi. Io avevo un pass e la stecca, quindi si era avvicinato a me, ma non sapeva chi fossi. Mi ha passato una penna e ha iniziato a sfogliare il programma, cercando la faccia di un giocatore che assomigliasse a me. Penso che ci fossero soltanto foto dei top-64 e io ovviamente non c’ero. Quindi dopo aver sfogliato tutte le pagine del programma (cosa per cui impiegò bel po’), si riprese la penna e mi disse: “Magari l’anno prossimo!”.

Profilo di David Grace sul sito ufficiale WST

Picture credits: WPBSA

Sull'autore

Marco Staiano

Sogni, speranze e illusioni celati in ventidue bilie colorate.

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