Come si pensava al futuro dello snooker nel 1973? In questa interessante intervista pubblicata su Snooker Scene si analizzano alcuni temi ancora rilevanti oggigiorno. Come promuovere lo snooker in maniera corretta? Qual è il futuro del gioco in Europa? Tra soluzioni e profezie, approfondiamo l’argomento.
Nel 1972 Alex Higgins vinse il campionato del mondo, battendo in finale John Spencer. La vittoria del giovane nordirlandese fu molto importante perché offrì al panorama dello snooker, ancora orfano del grande Joe Davis, un giocatore talentuoso e capace di fare colpo sulla folla. La compagnia Snooker Promotions, sulla scia del successo di Higgins, provò a prendere in mano le redini dell’organizzazione dello snooker. In questa intervista, apparsa su Snooker Scene nel settembre del 1973, si analizzano alcuni aspetti ancora oggi molto interessanti. Quali erano quarant’anni fa i piani di espansione del gioco? Quali furono le soluzioni pensate per poter dare maggiore risalto allo snooker? La lettura di questo piccolo pezzo di storia fa riflettere ancora oggi.
“È un fatto e non una semplice opinione che lo snooker sia diventato popolare come prima non lo è mai stato. È quindi lecito farsi delle domande su alcune cose che prima erano date per scontate. In passato Snooker ed English Billiards erano stati tenuti insieme in maniera poco coordinata, senza una reale direzione nè tantomeno piani di sviluppo. Una delle caratteristiche che ha permesso allo snooker di esplodere in termini di popolarità è stata la comparsa di una società, chiamata Snooker Promotions, che organizzando l’ultima edizione del campionato del mondo ha dato prova delle potenzialità che ha il gioco implicite in sé.
Snooker Promotions non ha soltanto lavorato all’organizzazione di match e tornei, ma si è anche occupata direttamente del management di colui che è diventato campione del mondo, Alex Higgins.
Patrick Nally, direttore della società, progressivamente si è ritrovato sempre più direttamente coinvolto nello snooker ed è consapevole che siamo vicini ad alcuni cambi radicali. Diversi sono infatti i problemi riguardanti l’organizzazione dello snooker ed importante è come rendere popolare lo snooker anche in altri paesi.
Chiediamo direttamente a Nally le sue opinioni.
- Come dovrebbe essere gestito lo snooker secondo te?
Credo sia un fatto che chi si occupa al momento dello snooker abbia portato avanti politiche inefficaci. Cercando di essere obiettivo, posso dire che è molto facile individuare i problemi ma è molto più difficile trovare le soluzioni.
- Hai affermato che non c’è democrazia nella WPBSA per quanto riguarda lo sviluppo dello snooker in nazioni in cui il gioco non si è ancora diffuso.
Nonostante la nostra sia una società commerciale, ho provato ad esigere chiarezza per quanto riguarda lo sviluppo del gioco dilettantistico nel resto del mondo. La WPBSA è un’organizzazione unica nel suo genere, composta da giocatori professionisti che pensano principalmente ai propri interessi. Il loro modo di pensare è introspettivo e di sicuro non si pongono come obiettivo quello di far crescere lo snooker, ma pensano, in maniera abbastanza scontata, ai propri interessi. Ci vorrebbe un leader forte e carismatico per poter tenere assieme il gioco professionistico e quello dilettantistico. Cosa che credo sarà difficile avere anche in futuro se la situazione resta statica come in questo momento.
- Non credo ci sarà mai un corpo di giocatori dilettanti da affiancare a quello dei professionisti che sia in grado di poter influenzare le decisioni politiche e gestionali delle varie federazioni.
Se un “consiglio supremo” è la soluzione, e idealmente penso lo sia, si dovrebbero comunque scegliere membri dalle varie federazioni esistenti. E si ritornerebbe così punto e a capo. Credo ci siano pochi dubbi che lo snooker beneficerebbe parecchio di una associazione internazionale ben salda, come la Lawn Tennis Association.
- Quindi pensi non ci sia nel breve futuro la possibilità di vedere una federazione che vede insieme dilettanti e professionisti. Cosa pensi che succederà allora?
Con Snooker Promotions sono stato personalmente in Australia e in parecchi paesi d’Europa e mi sono reso conto che c’è un enorme interesse per lo snooker, sia da parte degli spettatori che da un punto del gioco in sé. Il mercato del biliardo è in espansione. Il pool americano sta diventando sempre più popolare e si diffonde anche la variante australiana del Tele-pool. Per come la vedo io, ci sarà un periodo di crescita dinamica del pool, ma lo snooker non è troppo distante. L’importante è promuovere il gioco nella maniera giusta in tutto il mondo.
- Come se l’è cavata quest’anno Snooker Promotions?
È stato un anno dalle due facce. Dal punto di vista finanziario siamo andati in perdita, ma abbiamo acquisito una grande esperienza che ci permetterà di crescere già a partire da adesso.
A causa dei costi elevati per poter ospitare un evento e a causa della debolezza delle varie federazioni, Snooker Promotions dovrà rinnovarsi in maniera drastica per poter sfruttare al massimo il potenziale che c’è nel gioco. Nel prossimo futuro Snooker Promotions non sarà soltanto una compagnia che promuove Snooker, Pool e English Billiards ma sarà anche coinvolta a pieno titolo nel far crescere l’interesse del pubblico verso il biliardo.
Le potenzialità sono enormi e prevediamo che ci sia la possibilità di creare un circuito come nel golf. Abbiamo avuto un riscontro positivo in tanti paesi europei ed asiatici in cui non si gioca a snooker e molte federazioni locali sono interessate a far nascere un movimento per poterlo diffondere. Se si continuerà in questo modo, c’è la possibilità che lo snooker diventi un gioco internazionale come il tennis.
Una cosa è certa: in Europa nessuno utilizzerà i tavoli regolamentari che si utilizzano qui. E senza dubbi la dimensione dei tavoli è stata un grande ostacolo per lo sviluppo del gioco in paesi nuovi.
Se il gioco si svilupperà in nuovi paesi, che utilizzeranno tavoli più piccoli, sarà complesso anche per i giocatori più talentuosi adattarsi al tavolo standard che si utilizza nel Regno Unito. Snooker Promotions non pensa al momento di creare eventi in cui si usano tavoli più piccoli, però c’è da dire che è un qualcosa di attraente che può suscitare maggiore interesse per lo snooker in tutto il mondo.
- Qual è il futuro di Alex Higgins?
Snooker Promotions pensa parecchio al futuro di Alex. Se sarà in grado di controllarsi, diverrà un patrimonio inestimabile per lo snooker. Penso che nessuno possa dire il contrario. Ha un talento straordinario e la differenza tra lui e tutti gli altri è che Higgins è tremendamente spettacolare.
Se però continua a comportarsi come ha fatto in Australia o in India, il suo futuro con Snooker Promotions è in dubbio. Ci sarà un’altra compagnia ad occuparsi di lui e sono già stati chiari che ci sono regole da rispettare. Non diventerà mai un puritano. Deve restare fuori dagli schemi, ma se sarà in grado allo stesso tempo di rispettare le condizioni poste, resterà un giocatore superbo.
Sembra che il messaggio gli sia arrivato. Ha giocato alcune esibizioni a seguito di un incendio sull’isola di Man e ha dimostrato di poter essere una persona amabile. Se continuerà a farlo, Higgins e Snooker Promotions faranno un sacco di soldi.
- Quali pensi siano gli sviluppi futuri per promuovere lo snooker in Europa e come andrebbe fatto secondo te?
Credo ci sia la possibilità di far crescere il movimento in Europa. Come ben saprai, al momento, in Europa si gioca a carambola, su tavoli senza buche. Allo stesso tempo, tante fabbriche (ad esempio in Francia) stanno creando piccoli tavoli da pool da poter installare dove si preferisce. Questo aiuta senza dubbi a far crescere il gioco sia tra gli appassionati che tra il pubblico di massa.
Sarebbe ideale creare dei piccoli tavoli con buche dove non è possibile giocare solo a pool, ma anche a snooker. Sarebbe importante adattare il modello australiano che si usa nel pool, perché è basato su un tavolo da snooker. I tavoli americani hanno buche diverse che non sono compatibili con il gioco delle ventidue bilie. In Europa ci sarà interesse per lo snooker, nasceranno sale dedicate al gioco e il numero di tavoli aumenterà vertiginosamente. Prevediamo che per l’English Billiards non ci sarà un grande futuro per quanto riguarda il punto di vista dello spettatore. Resterà un piccolo mercato per appassionati e praticanti, in pochi vorranno vedere gli incontri. Mentre pensiamo che lo snooker sarò guardato da grandi platee in tutto il mondo.
- Cosa pensi che debba essere fatto per promuovere lo snooker in termini di immagine e promozione per renderlo uno sport popolare in tutto il mondo?
Ho già espresso diverse volte il mio punto di vista sulla questione, ma in sintesi:
1) Se lo snooker vuole diventare uno sport globale, si devono ridurre le dimensioni dei tavoli standard.
2) Abbiamo bisogno di un’industria e di una federazione che pensino in grande e all’avanguardia.
Sono sicuro che comunque lo sviluppo dello snooker accadrà comunque, anche se queste condizioni non si verifichino.
Snooker Promotions e altre compagnie si incaricheranno di promuovere eventi in tutto il mondo. Il nostro obiettivo sono i grandi eventi e non più i piccoli, come abbiamo fatto in passato, ma ci saranno altri che prenderanno il nostro posto.
La televisione e sponsor come Park Drive o Norwich Union saranno di grande aiuto. Pot Black ha avuto un successo strepitoso in Australia e nel Regno Unito e aiuterà senza dubbi a far vedere il gioco in televisione anche nel resto del mondo.
Con lo sviluppo di sale in cui l’accesso è garantito a chiunque, nel tempo libero tantissime persone decideranno di andare a giocare a snooker. Questo perché il gioco è di grande intrattenimento ed è adattato a giocatori di ogni sesso ed età.”