Vanagloria o spietata oggettività? Cosa pensano di sé stessi i giocatori di snooker? Andiamo a scoprirlo in venticinque affascinanti citazioni. Tra affermazioni senza mezzi termini e autocritiche sconvolgenti, un viaggio alla scoperta di alcuni dei personaggi che hanno caratterizzato la storia del gioco delle ventuno bilie colorate.

“Nessuno è veloce quanto me, nessuno è più bello da vedere di me quando gioco. Sono il giocatore più forte di sempre.”

Alex Higgins.

“Sono sempre stato conscio delle mie abilità, anche se allo stesso tempo ho sempre avuto grande rispetto per le abilità del mio avversario.”

Terry Griffiths.

“So di essere il più forte di tutti, devo soltanto dimostrarlo.”

Willie Thorne.

“Ho ricevuto un by-pass di personalità quando avevo diciassette anni.”

Steve Davis.

“Abbastanza dotato.”

Jimmy White descrivendo le sue abilità al tavolo.

“Sono sempre stato intelligente. Quando ero a scuola c’erano bambini che lavavano macchine, pulivano finestre e falciavano prati per me. Io organizzavo i lavoretti per loro, e in cambio mi davano il venticinque per cento.”

Barry Hearn.

“Ho provato a diventare veloce al tavolo, ma non credo di essere abbastanza capace per riuscirci.”

Steve Davis.

“Credo sia sensato dire che con un po’ di fortuna potrei aver vinto il campionato del mondo tre volte. Ma devo anche ammettere che se non ci sono riuscito è perché non sono stato bravo abbastanza. Se lo fossi stato, non avrei avuto alcun bisogno della fortuna.”

Eddy Charlton.

“Io ho semplicemente commercializzato lo snooker.”

Joe Davis.

“Credo di essere soltanto un concentrato di comicità.”

Fred Davis.

“Forse non sono abbastanza veloce per sfidare Desert Orchid (uno dei cavalli più veloci e famosi nella storia delle corse nel Regno Unito, ndr), ma di certo vado più forte nelle curve.”

Alex Higgins.

“C’è un giocatore di snooker dentro di me. Devo soltanto aprire la cerniera e farlo uscire fuori.”

Jim Wych.

“Sono thailandese. Sono diverso. Posso essere qualsiasi cosa io voglia.”

James Wattana.

“Sono un gran bel bastardo quando sono al tavolo.”

John Pulman.

“Ero un vero figlio dei fiori.”

Norma Dagley su sé stesso.

“Il tipo di persona che beve.”

Alex Higgins su sé stesso.

“Sono monosillabico, se questa può essere considerata una parola.”

Steve Davis su sé stesso.

“Non sarei un granché se fossi un tipo tranquillo. Ho bisogno di intensità per esprimermi al meglio.”

Alex Higgins.

“Penso sia davvero bello. Di certo ha meno brufoli di me ed è certamente più affascinante.”

Stephen Hendry sul suo pupazzo creato per Spitting Image, famoso show satirico britannico

“La maggior parte dei top player di oggi non ha carattere ed io credo di essere stato uno dei primi a seguire questa linea.”

Steve Davis.

“Fino a che non mi chiamano “yuppie”, va bene.”

Stephen Hendry.

“Sono un collezionista di vittorie per KO.”

Peter Ebdon.

“Potete chiamarmi il più veloce dei giocatori lenti o il più lento dei giocatori veloci, non fa differenza.”

Cliff Thorburn.

“Tutti dicono che io non sappia leggere né scrivere, ma è una sciocchezza. Certo che posso. Riesco a leggere lo Sporting Times in appena dieci minuti!”

Jimmy White.

“In fin dei conti, non è stato Pot Black ma la venuta del salvatore, ossia la mia venuta, a rendere popolare lo snooker.”

Alex Higgins.

Sull'autore

Marco Staiano

Sogni, speranze e illusioni celati in ventidue bilie colorate.

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