L’English Billiards, prima del boom dello snooker, è stato senza dubbi la specialità più popolare nel Regno Unito. Questa complessa e affascinante disciplina sembra essere caduta nel dimenticatoio, non risultando più adatta a intrattenere folle oceaniche come all’inizio del XX secolo. Abbiamo raccolto quattordici citazioni in cui, tra ironia e sincerità, si può capire meglio l’opinione dei giocatori di snooker sul “Common Game”.

“Non ci sono abbastanza bilie”

Brian Wenham, produttore BBC, spiega perché il gioco non è adatto alla televisione.

“Nello snooker c’è bisogno di fegato, scorrono sangue e lacrime al tavolo. Nell’English Billiards invece si può ammirare l’arte. È l’unico gioco in cui bisogna saper controllare tre bilie. Nello snooker lo si fa soltanto con una, le altre finiscono in buca.”

Jack Karnhem.

“Non sono mai riuscito a capire cosa motiva i giocatori di English Billiards. Immaginate la scena: indossi il tuo vestito nel pomeriggio, giochi il tiro d’apertura e poi te ne resti lì seduto per ore. Non hai la possibilità di colpire una singola bilia. Poi vai in albergo, indossi il tuo vestito da sera, ritorni in sala e ancora te ne devi stare lì, senza poter fare nulla. La mattina dopo ti fai la barba, ritorni ancora una volta nella sala e niente. Io perderei il cervello.”

Alex Higgins.

“Se giocavi a snooker eri considerato un estroverso.”

Norman Dagley.

“L’English Billiards è molto simile allo snooker, eccetto per il fatto che ci sono solo tre bilie e nessuno lo guarda.”

Steve Davis.

“Gli indiani sono forse gli unici che ancora oggi preferiscono l’austera atmosfera dell’English Billiards rispetto alla gaudente promiscuità dello snooker.”

Eric Silver, giornalista.

“È un gioco bellissimo, che ha i suoi ritmi ma che offre grande soddisfazioni.”

Fred Davis.

“La differenza tra English Billiards e snooker è come quella tra scacchi e dama. Nel “Billiards”, se commetti un errore, è improbabile che ti capiti un’altra occasione.”

Leslie Driffeld.

“Guardare eternamente la bilia rossa entrare e uscire dalla buca centrale del tavolo, ogni giorno, settimana dopo settimana, anno dopo anno, prima o poi, fu il fattore determinante che lo portò alla pazzia.”

Commento anonimo di un giocatore dell’epoca che vide gli effetti del famoso “red ball play” sull’australiano George Gray, che finì i suoi giorni in una casa di cura.

“Tenete bene a mente, trovo una soddisfazione quasi poetica nell’English Billiards.”

Joe Davis.

“Diventare grandi giocatori di English Billiards è difficile perché nella maggior parte dei casi non si sa mai cosa fare al tavolo.”

Doug Mountjoy.

“Se non giochi a English Billiards, perdi il tuo tocco.”

Dennis Taylor.

“Non era inusuale ricevere lamentele quando il grande australiano Walter Lindrum era al tavolo. Lindrum aveva perfezionato così tanto il suo gioco di carambola, mettendo a referto serie infinite in cui le tre bilie si toccavano, che gli spettatori si lamentavano perché potevano guardare una sessione intera da quattro ore e non vedere mai il suo viso.”

Clive Everton.

“L’English Billiards è il Gioco, lo snooker è solo spettacolo.”

Joe Davis.

Sull'autore

Marco Staiano

Sogni, speranze e illusioni celati in ventidue bilie colorate.

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