La scrittrice Jean Rafferty seguì, senza perdere un torneo, l’intera stagione di snooker 1981. Il risultato di questa accurata e affascinante analisi è il libro “The Cruel Game”. A settembre andò in scena lo Scottish Masters, ritenuto dal punto di vista organizzativo un disastro. Andiamo a scoprire come si concluse il torneo.
Venerdì è un altro giorno. Prima c’è da giocare a snooker, che è quello in cui Jimmy riesce meglio. Il panno verde, le lampade sopra il tavolo a marcare il territorio, il suono delle bilie – questi sono i segnali che rendono il tutto vero. Lui e Ray Reardon, il suo avversario al primo turno, sono entrambi in grado di percepirli alla perfezione. Entrambi si muovono attorno al tavolo come se ne pretendessero il possesso e nessuno dei due è di più a suo agio come quando sta giocando un match di snooker, questo è chiaro.
Grazia e fluidità allo stato puro. Il tutto può quasi ingannarvi e farvi credere che non ci sia stata una battaglia per la supremazia tra il giovane e il vecchio. Invece è il giovane a imporsi nettamente, lasciando il vecchio in disgusto per le sue stesse debolezze. Non vuole continuare a giocare, afferma Reardon, se il suo livello sarà quello messo in mostra quest’oggi. È imbarazzante. Seriamente sta pensando al ritiro, o così almeno dice.
Il trionfo dei giovani sui vecchi però finisce qui. Kirk Stevens, che in teoria dovrebbe portare una ventata d’aria fresca e potenzialmente un candidato al successo finale, finisce per distinguersi soltanto per il suo vestito. Contro Cliff Thorburn arriva in sala indossando pantaloni di pelle neri, gilet e scarpe bianche. Il suo connazionale, in un austero completo nero, lo sconfigge nettamente 5-1. Jimmy deve portare avanti la gioventù e lo fa con stile, superando Steve Davis in semifinale. Questa è la prima volta che Steve perde in un torneo maggiore a distanza di quasi un anno dall’ultima volta.
Il successo di White però non sembra aver attratto molto interesse, anche perché il torneo è stato trasmesso in televisione soltanto in Scozia. Una vittoria comunque importante per Jimmy, che adesso però inizia a pensare seriamente a cosa succederà al processo. Sei mesi dopo lui e la sua fidanzata, adesso moglie, Maureen, verranno assolti completamente. Intanto, mentre l’avvocato di Jimmy è pronto per difenderlo in tribunale, Alex Higgins e Cliff Thorburn si contendono l’altro posto per l’atto conclusivo.
Cliff, campione del mondo nel 1980, è famoso per essere uno dei giocatori più corretti al tavolo, ma anche lui è stato costretto più di una volta a fare i conti con “The Hurricane”. Il suo match contro il nordirlandese procede tra lattine di birra che si aprono, pacchetti di patatine che si accartocciano e le stesse lattine gettate via una volta consumate. Una donna ubriaca disturba Cliff a tal punto che gli steward sono costretti ad allontanarla. Il canadese dà un’occhiata severa ad Higgins e dice: “Non sta mica con te?”. “The Hurricane” si indigna visibilmente. “Non mi porto dietro donne ubriache ai tornei”, afferma in tono solenne.
Più di qualsiasi altra cosa, il pubblico di Glasgow ama i virtuosismi, gli showmen e sfolgoranti esibizioni di talento e nervi – senza dubbi si fa anche sentire di più rispetto al più composto pubblico del Sud. Qualche spettatore di un pubblico normale potrebbe urlare “Dai Alex”, qui lo fanno tutti in coro a pieni polmoni. L’arte metodica di Cliff Thorburn viene qui ovviamente apprezzata di meno. Il canadese però riesce a far partita pari, giocando il suo solito snooker cerebrale che ha ricevuto lodi anche da parte di Barry Hearn, che lo ha definito il secondo giocatore più duro da superare. “Steve non si batte. È così difficile sconfiggerlo che fa venirti le lacrime agli occhi.”
L’incontro è sul 2-2 quando The Hurricane inizia a contestare il punteggio. Ovviamente i tabelloni segnapunti alla Kelvin Hall sono davvero difficili da decifrare. C’è bisogno sicuramente di un’analisi approfondita per capire qualcosa e decifrare i numeri. Alex non è di certo sicuro di quale dovrebbe essere il punteggio corretto, ma essendo indietro nel frame, chiede che venga effettuato un re-rack. Cliff, non molto lontano da vincere partita, non ha affatto intenzione di farlo e sta aggiustando il suo gioco in base a ciò che attualmente il segnapunti gli indica.
In un qualsiasi altro torneo, il punteggio verrebbe controllato tramite il foglio ufficiale affidato a un ufficiale, ma qui siamo al Peggior Torneo del Mondo e ovviamente non è possibile perché nessuno sta tenendo il punteggio. Nessuno sa niente, anche se ci sono le telecamere che stanno riprendendo tutto. The Hurricane adesso vorrebbe che l’arbitro sia esonerato dal match, ma gli Amici di Maccabi non possono farlo perché non sanno per nulla se l’arbitro ha torto o ragione. Tra gli sguardi scoraggiati di quest’ultimi, confusione tra il pubblico e furia da parte di Higgins, Thorburn chiude il frame e si porta avanti 3-2.
Il vantaggio non è un semplice 3-2. Dopo essere rientrati in sala al termine della pausa, Cliff ha un vantaggio psicologico enorme sull’avversario, che fa il suo ingresso lamentandosi ancora del tabellone segnapunti e dell’arbitro. The Hurricane finisce completamente la benzina, finendo per cedere rapidamente due frame consecutivi. Cliff Thorburn conquista così la prima finale nel Regno Unito dopo il titolo mondiale conquistato l’anno precedente.
Poco dopo Cliff si concede un drink al North British Hotel con un gruppo di altri giocatori. All’improvviso Alex fa il suo ingresso e inizia a sbottare in maniera violenta: “Avevo ragione io. Le telecamere dicono che ho ragione io”. Qualcuno tra i presenti gli chiede se ha visto le immagini. Alex risponde di no, ma un tizio che conosce gli ha confermato la sua tesi e lui si fida del giudizio. Nello specifico c’era stato un fallo e a Higgins non erano stati aggiunti i canonici 4 punti. Il video effettivamente conferma che ha ragione. Chissà se la BBC gli permetterà di andare a rivederlo adesso.
Cliff Thorburn sorseggia il suo drink in maniera ferocemente precisa. Si estranea completamente dalla discussione e di certo non approva l’idea di ritirarsi dalla finale o di supportare la causa di Higgins. The Hurricane lo fissa senza battere ciglio. “Bene, vedo davvero che vuoi vincere”. Il nordirlandese pronuncia questa frase e poi se ne va via.
Dopo un po’ Higgins si ritrova seduto tra i giornalisti Janice Hale e Ted Corbett. Affronterà tra pochi giorni Steve Davis in una serie di sfide in giro per la Scozia ma adesso non è convinto davvero di farlo, soprattutto se le condizioni sono le stesse viste alla Kelvin Hall. Non ne varrebbe la pena.
Ha perso un sacco di soldi per questa partita. Dopo il diverbio il match è cambiato. Non avrebbe mai perso il match se fosse andato lui avanti 3-2 all’intervallo. “Ogni volta combatto fino alla morte quando gioca, ma questa sera non l’ho fatto”. Janice gli dice che è inutile piangere sul latte versato. Molto più tardi, alle tre di notte, Alex Higgins telefona Cliff Thorburn nella sua stanza d’albergo e gli dice una sola frase: “Spero che tuo figlio non diventi come te.”
È l’inizio di un incubo per Cliff Thorburn. Dopo la sessione pomeridiana, è in vantaggio 4-3 contro Jimmy White ma l’intrattenimento è fornito dal suo gioco, lento come una tortura. Ci sono mille persone in sale e questo è la testimonianza che gli Amici di Maccabi non sono riusciti a sfruttare neanche il clamore della disputa in diretta tv avvenuta poche ore prima in semifinale.
Il pubblico poteva aspettarsi ancora drama, invece a regnare è stata la delusione. Jimmy White, senza accusare la tensione, qualcuno dice per mancanza del cervello, vince un frame dopo l’altro per vincere il suo primo torneo professionistico, senza lasciarne neanche un altro al suo avversario.
Jimmy ha sconfitto ben tre Campioni del Mondo nel suo percorso. Però ancora non è in grado di fare un discorso in pubblico quando gli viene presentato il trofeo in argento e l’assegno da 8.000 sterline. Gli organizzatori provano a far fare un discorso a Thorburn, ma il canadese è inflessibile: parlerà soltanto dopo il vincitore. Alla fine Jimmy prende il microfono e con il suo forte accento londinese pronuncia: “Vorrei ringraziare Lang’s Whisky, lo sponsor, per questa bella serata.” Poi si impossessa dell’assegno e se lo mette in tasca, proprio come farebbe un bambino che ha appena ricevuto un regalo.
Lang’s Whisky, secondo gli Amici di Maccabi, è molto soddisfatta di come sono andate le cose. Gli Amici di Maccabi non tanto. Il torneo però verrà sicuramente disputato per altre due edizioni. Lang’s quest’anno ha pagato un terzo delle spese. Il prossimo anno invece garantiranno liquidità per il 90% dei fondi e allora forse gli Amici potranno iniziare a pensare di trarre qualche profitto. Chissà, forse hanno capito i problemi e l’anno prossimo organizzeranno il Miglior Torneo del Mondo.
Qui il resoconto complessivo dello Scottish Masters su CueTracker